venerdì 31 dicembre 2010

Sala dell'Immacolata

Nel 1858 il papa Pio IX commissionò al più celebre pittore italiano dell'epoca, Francesco Podesti, la realizzazione di un ciclo di affreschi per ricordare l'istituzione del dogma dell'Immacolata Concezione, da egli stesso proclamato l'8 dicembre 1854. Da quell'epoca la sala prese il nome attuale. L'interesse artistico è notevole, in quanto gli affreschi rappresentano una delle ultime opere di arte sacra concepita con grandiosità e per commissione papale, in un momento in cui sempre più prendeva campo una concezione laica dell'arte. La Sala dell'Immacolata Concezione è situata nella Torre Borgia e conserva al suo interno diversi volumi che contengono il testo del dogma dell'Immacolata Concezione nelle principali lingue del mondo. Gli affreschi maggiori sono sulle pareti e rappresentano la Definizione del Dogma e la Proclamazione del Dogma; essi sono accompagnati, sulla volta e tra le finestre, da figure di Sibille e dalle allegorie della Fede e della Teologia, nonché da personaggi dell'Antico Testamento. Francesco Podesti, da vero "pittore di storia", prima di realizzare l'opera si preparò ritraendo dal vero tutti coloro che erano presenti nel momento della

proclamazione e della definizione del dogma, in modo da riportare con estrema esattezza la verità dei fatti. Si scontrò anche con la curia romana, che voleva impedirgli di rappresentare un prelato (padre Passaglia) che, pur acceso sostenitore della proclamazione del dogma, aveva espresso poi idee non troppo canoniche ed era caduto in disgrazia. Per amor di verità il Podesti si rifiutò con energia di cancellare un personaggio che nonostante tutto era presente. Sostenne la sua convinzione con un esempio irrefutabile: Giuda Iscariota, che certo fece qualcosa di peggiore di padre Passaglia, viene sempre rappresentato nei dipinti dell'Ultima Cena!

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