giovedì 30 dicembre 2010

Cacciata di Eliodoro dal tempio

Cacciata di Eliodoro dal tempio è un affresco; la base misura 750 cm circa, fu realizzato nel 1511 dal pittore italiano Raffaello nella Stanza di Eliodoro (Città del Vaticano).

La Cacciata di Eliodoro è una figurazione drammatica, percorsa da una rapidissima corrente di moto: le figure sono spinte ai lati, al centro è il vuoto di una prospettiva a cannocchiale, che corre dritta all'orizzonte. Raffaello vuole l'impeto del pathos michelangiolesco ma anche mantenere un distacco, l'obiettività della rappresentazione. A sinistra, Giulio II assiste alla cacciata del profanatore del tempio, che allude all'inviolabilità dei possessi della chiesa ed al suo proposito di cacciarne gli usurpatori: la figurazione ha dunque due tempi distinti, un quadro nel quadro. Tanto basta a trasporla dal piano della rappresentazione a quello della finzione, dello spettacolo teatrale. Non è un limite, né un espediente. Raffaello riafferma così, contro la concezione michelangiolesca della storia come tragedia in atto, la sua concezione della storia come exemplum: la stessa rapida prospettiva che affretta il movimento delle figure mette in rapporto diretto il Papa in primo piano con il sacerdote orante in fondo. Il moto dei personaggi è legato da un ritmo rapido, ma perfettamente scandito, come se ciascuno si muovesse lungo un tracciato prescritto, una coreografia; le luci, che irrompono dall'alto, ripetendosi a vortice sulle curve delle cupole, sono mirabili effetti di illuminazione scenica. Ogni figura esegue il proprio gesto con la precisione tecnica di una figura di danza: più rapido è il ritmo, maggiore è la bravura. La finzione scenica non è rivelazione, ma immaginazione; e l'immaginazione non è mera fantasia, ma una ricostruzione storica, che l'artista organizza. Allo sdoppiamento di piano (rappresentazione - finzione) corrisponde uno sdoppiamento all'interno stesso dell'immagine: insieme con il gesto si dà lo schema o la sigla del gesto, insieme con il moto il meccanismo del moto, insieme con la luce l'artificio dell'illuminazione, insieme con l'espressione dei volti la loro giustificazione psicologica e perfino la categoria di sentimenti espressi.

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